Aumento del seno a Parigi
La riduzione del seno (o mastopessi) è indicata nei casi di ipertrofia mammaria (seni eccessivamente grandi o pesanti), ossia quando il volume del seno è troppo elevato rispetto alla conformazione corporea della paziente. L’ipertrofia è spesso associata a ptosi mammaria o seno cadente – e talvolta ad asimmetria, che può essere trattata contemporaneamente.
L’ipertrofia mammaria può manifestarsi nei bambini, dopo gravidanze, oppure essere di origine ormonale e comparire dopo la menopausa a seguito di un aumento di peso significativo.
Per correggerla, è necessario asportare una parte della ghiandola mammaria e, se necessario, ridurre il diametro dell’areola.
Obiettivi della riduzione del seno
L’obiettivo della chirurgia di riduzione del seno (mastopessi) è rimodellare il seno in modo da conferirgli un volume armonioso rispetto alla conformazione corporea della paziente. I seni vengono ridotti di volume, sollevati e, se necessario, viene corretta la loro simmetria.
I problemi psicologici, particolarmente durante l’adolescenza, legati all’ipertrofia mammaria, scompaiono, e la paziente ritrova il piacere di indossare capi aderenti che valorizzano la curva armoniosa del seno.
L’ipertrofia mammaria (seni eccessivamente grandi o voluminosi) talvolta provoca dolori a collo, spalle o schiena, che si risolvono con la riduzione del volume del seno.
Questo intervento segue una logica opposta rispetto alla chirurgia di aumento del seno, che ha lo scopo di incrementare il volume mammario.
Principio della riduzione della ptosi mammaria
Durante la prima consulenza, il chirurgo plastico effettua una diagnosi, spiega le implicazioni dell’intervento e la sua esecuzione, oltre alle possibili opzioni.
Questa diagnosi viene formulata dopo una discussione con il chirurgo estetico sulle motivazioni e sui risultati desiderati, la revisione della storia medica, chirurgica e ginecologica, le misurazioni eseguite, l’esame della qualità della pelle e del tipo di seno, e una mammografia. Questo permette di determinare il volume mammario in eccesso da rimuovere e se sia necessario trattare anche la ptosi mammaria (seno cadente), generalmente indicata, salvo nei casi di riduzioni minori. Il chirurgo spiegherà tutti i dettagli, risponderà alle domande e aiuterà la paziente a prendere la decisione più adatta alle proprie aspettative.
L’obiettivo è ottenere seni in armonia con la forma del corpo.
Intervento: anestesia generale; durata dell’operazione: 2-3 ore, a seconda dell’estensione dell’intervento.
Consigli dopo la riduzione del seno
Cicatrici e dolore dopo la riduzione del seno
A seconda dei casi, l’intervento può richiedere 1-3 cicatrici:
Cicatrice periareolare (riduzione del seno minore)
Cicatrice verticale associata alla cicatrice periareolare (riduzione del seno media)
Cicatrice a T in caso di riduzione mammaria significativa: oltre alle due cicatrici precedenti, è necessaria un’incisione nascosta (cicatrice orizzontale) nel solco sottomammario.
Queste cicatrici richiedono naturalmente cure particolari e un attento monitoraggio. Sono sottili e iniziano a sbiadire dopo circa tre mesi – nel tempo diventano molto fini e bianche entro sei mesi a un anno.
Il dolore è minimo; è sufficiente assumere semplici antidolorifici per gestirlo.
Rischi e possibili imperfezioni dopo l’aumento del seno
A parte i rischi intrinseci di qualsiasi intervento al seno, che sono ben controllati, a volte possono verificarsi ematomi o infezioni, che scompaiono con le cure appropriate.
È possibile anche una cattiva cicatrizzazione dell’areola, ma questo può essere facilmente corretto. Infine, può comparire una leggera asimmetria nel volume, nell’altezza o nell’orientamento delle areole, correggibile con un piccolo intervento chirurgico dopo circa un anno.
È fondamentale verificare che il chirurgo scelto sia qualificato per l’intervento richiesto; deve essere iscritto all’albo nazionale dei medici. Questo è il caso del Dr. Montoneri, laureato in diverse prestigiose università internazionali, tra cui l’Università di Parigi, con esperienza professionale in vari paesi e in costante aggiornamento sulle ultime tecniche.
Non esistono controindicazioni assolute alla riduzione del seno. Naturalmente, è necessario informare il medico di eventuali patologie o condizioni mediche presenti.
L’intervento di riduzione del seno richiede un ricovero ospedaliero di due-cinque giorni. La paziente deve inoltre indossare un bendaggio leggermente compressivo per i primi due giorni, seguito da un reggiseno contenitivo per due mesi. I punti utilizzati durante l’operazione sono riassorbibili.
Generalmente compare gonfiore, che si riduce gradualmente entro due-tre settimane, insieme a ecchimosi. Può anche verificarsi un leggero fastidio nel sollevare le braccia, che scompare rapidamente.
Il tempo di assenza dal lavoro è di una-due settimane, mentre è consigliabile attendere uno-due mesi prima di riprendere l’attività sportiva.
Una gravidanza dopo la riduzione del seno è possibile un anno dopo l’intervento. È importante sapere che l’allattamento può essere compromesso in alcuni casi, poiché i dotti lattiferi possono essere recisi per riposizionare l’areola.
Il risultato finale si ottiene dopo un anno, quando le cicatrici diventano meno visibili, anche se il risultato è già apprezzabile dopo circa tre mesi.
Foto del seno prima/dopo la riduzione
Se la paziente presenta anche seno cadente (ptosi mammaria, aspetto flaccido del seno), l’aumento del seno deve essere combinato con un altro intervento chiamato correzione della ptosi mammaria: il semplice inserimento delle protesi non garantisce un risultato ottimale.
Il chirurgo estetico deve quindi eseguire due interventi per trattare la pelle cadente e contemporaneamente sollevare il seno (mastoplastica per ptosi).
Come mostrano queste foto del prima e dopo l’intervento, il seno risulta valorizzato dall’effetto lifting e modellato grazie all’aumento di volume ottenuto con le protesi mammarie anatomiche.


